giovedì 17 novembre 2011

Gasparetto...il mio Tiffany!


Finalmente l'aria sta diventando sempre più fresca, frizzantina proprio come piace a me, si respira profumo di castagne e di legna bruciacchiata. Riscopro il piacere di indossare il mio bellissimo cappottino rosso che mi ha aspettato pazientemente per più di un anno (un anno fa, infatti, è stato sostituito da un altrettanto affascinante cappottino anni cinquanta che contenesse il mio pancione), di mettere gli stivali comodi e di fare una bella passegiata per le vie del centro della mia amata città, lontanissime dalla confusione dei centri commerciali.
Camminare in centro con la mia famiglia, stringermi nella mia morbida sciarpa, ammirare le vetrine, vedere Chicco sempre più curioso del mondo che dal suo passeggino si incanta guardandosi attorno mi regala una grande tranquillità. E passeggiando, sabato 19 novembre, mi fermerò come sempre davanti al mio Tiffany. Il negozio Gasparetto.
E lì avviene la magia. Mi sento come Audrey Hepburn davanti al suo mitico negozio, mi fermo e ammiro le bellissime vetrine. Sento un piacevolissimo profumo che esce dalle porte scorrevoli e che si fa strada all'aperto, diffondendosi lungo il Corso.
E con profonda cautela, come se entrassi in un castello fatto di cristalli, entro.
In un attimo il profumo che prima sentivo solo accennato, mi avvolge, come i colori, le luci, le forme degli oggetti ben esposti, e naturalmente, i visi gentili e sorridenti degli addetti alle vendite, che ormai, come probabilmente tutti i clienti del negozio, mi sembra di conoscere da una vita. 
Ho frequentato molti negozi, lo ammetto, ma solo qui si respira un'aria familiare e allo stesso tempo incantata. 
Con passi delicati inizio la mia scoperta. Ogni cosa è affascinante, luccicante, ma non tocco niente, anzi, quasi niente. Non resisto e accarezzo i piatti Villeroy & Boch, incantevoli, quanto starebbero bene nella mia cucina shabby chic, e le meravigliose tovaglie adagiate su un tavolo bianco con il top di legno chiaro, proprio come il mio.
Ma tornando in me, mi ricordo di una novità importantissima.
E' sabato 19 novembre e apre il Temporary Store, aTempo! Sarà tutto da scoprire, me lo immagino già...entrerò con la solita cautela, i miei occhi si faranno ancora più grandi e luccicanti di fronte a tanta meraviglia. Non so cosa ci sarà, ogni due mesi circa aTempo verrà rinnovato regalandoci delle splendide sorprese, ne sono sicura. Ma forse, aprendo ufficialmente proprio con quest'aria frizzantina, lo scenario sarà molto natalizio? Lo spero...non ci resta che vederci lì e scoprirlo assieme.
Un abbraccio.


giovedì 10 novembre 2011

WonderMammy vuole cambiare il Mondo...\1

Ho sempre sognato molto, immaginato mondi fantasiosi e storie fantastiche, ma da quando sono mamma, anzi, Wonder Mammy, questa mia caratteristica si è acutizzata. Invento storie che racconto al mio piccino (naturalmente quando nessun'altro ci sente...), cantiamo, balliamo, e sopratutto, sogno il suo futuro. Immagino che diventerà un architetto, o un ingegnere, e che faremo un secondo mutuo sulla casa per farlo studiare in una qualche università prestigiosa degli States. Quanta responsabilità mettiamo sulle spalle dei nostri piccini...ma presto faranno sentire le loro opinioni e sfateranno ogni nostra ambizione, o forse no.

Tornando all'immaginazione, da quando sono mamma ho riscoperto una cura e un attenzione per quello che mi circonda che forse i ritmi iperveloci degli ultimi anni e i tantissimi impegni mi avevano portato a sottovalutare. Penso a cose semplici, come ammirare il colore delle foglie autunnali, respirare l'aria che inizia a diventare fresca e frizzantina e a tutto quello che mi fa sentire grata per quello che ho, che posso vedere, toccare e sentire. Pensando a questo, è nato naturale un altro pensiero. Come sarebbe bello avere l'ambizione di cambiare il mondo, iniziando proprio dalle piccole cose. Cambiare stile di vita, diventare più semplici nelle abitudini e più ricchi di stimoli, creatività e innovazioni.
Come sarebbe bello abbandonare, per esempio, l'uso dell'automobile. Sembra un utopia, ma sono sicura che è possibile, anche se sono convinta serva molta determinazione, volontà e motivazione. E' necessaria una ristrutturazione del nostro modo di pensare, di agire e di scegliere. Ci sono luoghi in cui per andare a lavoro, a scuola, fare le commissioni o piccole spese, o qualsiasi altra cosa, è assolutamente normale utilizzare la bicicletta. Anzi, è un abitudine così consolidata che si fatica a prendere l'automobile. Ricordo il mio scambio culturale con una famiglia olandese. Io e la mia "compagna olandese" andavamo a scuola tutte le mattine in bici (ci facevamo circa15 km in andata e 15 nel ritorno, per intenderci) e quando un giorno, visto il tempo freddissimo (era marzo) e le previsioni di neve, chiesi a sua mamma se avesse potuto accompagnarci in auto, non vi dico che reazione. Vidi la delusione nei suoi occhi, sembrava avesse scoperto che dentro di me si nascondeva chissà quale mostro, e dopo un dibattito tra me, la mamma olandese e la compagna olandese, si decise per recarsi a scuola in autobus (che tra l'altro loro non pagavano, perchè la mamma olandese lavorava presso al compagnia dei trasporti pubblici), ma solo per quel giorno. La mentalità è diversa, e da noi non diventerà così radicale nemmeno tra un milione di anni, ma una piccola evoluzione la dobbiamo pretendere! Siamo mamme, abbiamo una grande responsabilità! Ma spesso le nostre buone intenzioni si scontrano con la mancanza di servizi e di possibilità. Penso a Rovigo. Le piste ciclabili ci sono, ma sono troppo poche e sopratutto troppo strette, non potrebbero sostenere una viabilità ciclistica di persone che ogni mattina si recano a lavoro. Ora, se una di noi partisse da casa con la propria bici cargo e il proprio piccino seduto comodo dietro, potrebbe arrivare ovunque, anche in inverno. Lui sarebbe ben coperto e riparato dal tettuccio e noi ci terremo in forma.


Immagino...esco di casa, carico Chicco nel carellino della bici, c'è freddo ma la giornata è serena. Salto su e inizio a pedalare. Com'è bello...non sembra di essere tornata in Olanda? Entro in pista ciclabile, ogni paese ormai ne ha costruita una che lo collega ai paesi vicini, è larga, ben asfaltata, non ci sono pericoli ed è ben segnalata. Nel tragitto saluto altre mamme con i loro bimbi e alcuni papà che vanno a lavoro in bici. Mio marito invece è già partito da dieci minuti, sempre in bici, e a quest'ora sarà già in ufficio. Dopo quindici minuti arrivo all'asilo. Accompagno Chicco e poi riparto in sella alla mia mitica bici cargo e vado a lavoro. Altri quindici minuti e sono arrivata. Parcheggio davanti all'ufficio e guardandomi in giro, noto che i posti occupati dalle auto sono sempre meno mentre le bici come la mia, con o senza carellino, sono sempre di più, colorate, con cestini fioriti e pronte a sfrecciare per arrivare, verso sera, a fare il tragitto inverso che porta a casa. A fine giornata lavorativa salto in sella, mi fermo al supermercato e poi riprendo Chicco. Dritti a casa questa volta, dove anche questa sera, gli racconterò una bellissima storia.

Un abbraccio