giovedì 10 novembre 2011

WonderMammy vuole cambiare il Mondo...\1

Ho sempre sognato molto, immaginato mondi fantasiosi e storie fantastiche, ma da quando sono mamma, anzi, Wonder Mammy, questa mia caratteristica si è acutizzata. Invento storie che racconto al mio piccino (naturalmente quando nessun'altro ci sente...), cantiamo, balliamo, e sopratutto, sogno il suo futuro. Immagino che diventerà un architetto, o un ingegnere, e che faremo un secondo mutuo sulla casa per farlo studiare in una qualche università prestigiosa degli States. Quanta responsabilità mettiamo sulle spalle dei nostri piccini...ma presto faranno sentire le loro opinioni e sfateranno ogni nostra ambizione, o forse no.

Tornando all'immaginazione, da quando sono mamma ho riscoperto una cura e un attenzione per quello che mi circonda che forse i ritmi iperveloci degli ultimi anni e i tantissimi impegni mi avevano portato a sottovalutare. Penso a cose semplici, come ammirare il colore delle foglie autunnali, respirare l'aria che inizia a diventare fresca e frizzantina e a tutto quello che mi fa sentire grata per quello che ho, che posso vedere, toccare e sentire. Pensando a questo, è nato naturale un altro pensiero. Come sarebbe bello avere l'ambizione di cambiare il mondo, iniziando proprio dalle piccole cose. Cambiare stile di vita, diventare più semplici nelle abitudini e più ricchi di stimoli, creatività e innovazioni.
Come sarebbe bello abbandonare, per esempio, l'uso dell'automobile. Sembra un utopia, ma sono sicura che è possibile, anche se sono convinta serva molta determinazione, volontà e motivazione. E' necessaria una ristrutturazione del nostro modo di pensare, di agire e di scegliere. Ci sono luoghi in cui per andare a lavoro, a scuola, fare le commissioni o piccole spese, o qualsiasi altra cosa, è assolutamente normale utilizzare la bicicletta. Anzi, è un abitudine così consolidata che si fatica a prendere l'automobile. Ricordo il mio scambio culturale con una famiglia olandese. Io e la mia "compagna olandese" andavamo a scuola tutte le mattine in bici (ci facevamo circa15 km in andata e 15 nel ritorno, per intenderci) e quando un giorno, visto il tempo freddissimo (era marzo) e le previsioni di neve, chiesi a sua mamma se avesse potuto accompagnarci in auto, non vi dico che reazione. Vidi la delusione nei suoi occhi, sembrava avesse scoperto che dentro di me si nascondeva chissà quale mostro, e dopo un dibattito tra me, la mamma olandese e la compagna olandese, si decise per recarsi a scuola in autobus (che tra l'altro loro non pagavano, perchè la mamma olandese lavorava presso al compagnia dei trasporti pubblici), ma solo per quel giorno. La mentalità è diversa, e da noi non diventerà così radicale nemmeno tra un milione di anni, ma una piccola evoluzione la dobbiamo pretendere! Siamo mamme, abbiamo una grande responsabilità! Ma spesso le nostre buone intenzioni si scontrano con la mancanza di servizi e di possibilità. Penso a Rovigo. Le piste ciclabili ci sono, ma sono troppo poche e sopratutto troppo strette, non potrebbero sostenere una viabilità ciclistica di persone che ogni mattina si recano a lavoro. Ora, se una di noi partisse da casa con la propria bici cargo e il proprio piccino seduto comodo dietro, potrebbe arrivare ovunque, anche in inverno. Lui sarebbe ben coperto e riparato dal tettuccio e noi ci terremo in forma.


Immagino...esco di casa, carico Chicco nel carellino della bici, c'è freddo ma la giornata è serena. Salto su e inizio a pedalare. Com'è bello...non sembra di essere tornata in Olanda? Entro in pista ciclabile, ogni paese ormai ne ha costruita una che lo collega ai paesi vicini, è larga, ben asfaltata, non ci sono pericoli ed è ben segnalata. Nel tragitto saluto altre mamme con i loro bimbi e alcuni papà che vanno a lavoro in bici. Mio marito invece è già partito da dieci minuti, sempre in bici, e a quest'ora sarà già in ufficio. Dopo quindici minuti arrivo all'asilo. Accompagno Chicco e poi riparto in sella alla mia mitica bici cargo e vado a lavoro. Altri quindici minuti e sono arrivata. Parcheggio davanti all'ufficio e guardandomi in giro, noto che i posti occupati dalle auto sono sempre meno mentre le bici come la mia, con o senza carellino, sono sempre di più, colorate, con cestini fioriti e pronte a sfrecciare per arrivare, verso sera, a fare il tragitto inverso che porta a casa. A fine giornata lavorativa salto in sella, mi fermo al supermercato e poi riprendo Chicco. Dritti a casa questa volta, dove anche questa sera, gli racconterò una bellissima storia.

Un abbraccio

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